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2. Le situazioni giuridiche soggettive

LE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE

Sono situazioni sostanziali di interesse, tutelate dall’ordinamento giuridico. In tali situazioni i soggetti possono assumere posizioni attive quando attribuiscono al titolare una posizione favorevole o passive quando attribuiscono una posizione sfavorevole al titolare.

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IL DIRITTO SOGGETTIVO

E’ la posizione giuridica di vantaggio che l’ordinamento giuridico conferisce ad un soggetto riconoscendogli determinate utilità in ordine ad un bene, nonché la tutela degli interessi inerenti al bene. Nelle controversie con la P.A. chi è in possesso di un diritto soggettivo è tenuto ad adire al giudice ordinario, chi è in possesso di un interesse legittimo può ricorrere solo al giudice amministrativo.

I diritti soggettivi perfetti sono quelli attribuiti al soggetto, il loro esercizio è libero e non condizionato da alcun intervento della P.A., i diritti soggettivi condizionati sono quelli il cui esercizio è subordinato ad un provvedimento amministrativo permissivo sui quali la P.A. può incidere comprimendoli od estinguendoli con un proprio provvedimento.

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GLI INTERESSI LEGITTIMI

E’ una situazione giuridica soggettiva di vantaggio, conferente la pretesa alla legittimità dell’attività amministrativa, riconosciuta ad un soggetto che si trovi in una posizione differente rispetto agli altri soggetti. Prevede due caratteri: 

  1. la differenziazione, ovvero è titolare di un interesse legittimo colui che rispetto all’esercizio di un potere pubblico, si trovi in una posizione differenziata rispetto a quella della generalità degli altri soggetti;

  2. la qualificazione, nel senso che la norma preordinata a disciplinare l’esercizio del potere della P.A., per il perseguimento dell’interesse pubblico primario, ha di conseguenza protetto un interesse individuale connesso a quello pubblico.

La differenza tra diritti soggettivi ed interessi legittimi va riferita alla natura della norma: 

  • le norme giuridiche di relazione regolano i rapporti tra P.A. e cittadini, attribuendo obblighi e diritti reciproci la cui violazione lede un diritto soggettivo del cittadino; 

  • le norme di azione regolano l’esercizio dei poteri della P.A., imponendole un determinato comportamento, che se viene meno lede un interesse legittimo del cittadino.

Nel caso di cattivo uso da parte della P.A. del proprio potere discrezionale si avrà lesione di un interesse legittimo, nell’ipotesi di carenza assoluta di potere, l’atto è considerato inidoneo ad incidere legittimamente sul diritto soggettivo del privato.

Gli interessi legittimi pretensivi prevedono la pretesa di un privato affinché l’amministrazione adotti un determinato provvedimento, quelli oppositivi legittimano il privato ad opporsi all’adozione di atti da parte della P.A. pregiudizievoli per la propria sfera giuridica. L’interesse sostanziale è quello che considera il momento in cui l’interesse del privato viene a confronto col potere della P.A., l’interesse procedimentale è quello che emerge nel corso di un procedimento amministrativo.

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DIFFERENZA TRA DIRITTO SOGGETTIVO E INTERESSE LEGITTIMO

La differenza tra diritto soggettivo e interesse legittimo si sostanzia nel fatto che:

  • il diritto soggettivo è la facoltà attribuita a una persona di godere di un bene, di un valore o di esigere una prestazione da una terza persona, quindi di intervenire, di fare applicare una norma nei suoi confronti. Ad esempio,  se ho affittato un appartamento e l'inquilino non paga il canone ho subito una lesione del mio diritto soggettivo (questo è un caso di un diritto di credito e non fa differenza se l'inquilino è un privato o la P.A.).

  • l'interesse legittimo è l'interesse di un soggetto al corretto uso del potere discrezionale da parte della P.A. Ad esempio, un privato che chiede una licenza di commercio: costui non ha un diritto soggettivo ad ottenere la predetta licenza, ma ha il diritto a che la P.A., nella sua valutazione di accoglimento o di rigetto della sua istanza, osservi puntualmente le norme che disciplinano l'azione amministrativa e non commetta irregolarità, soddisfando dunque il suo interesse legittimo affinchè ottenga la licenza suddetta.

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GLI INTERESSI SEMPLICI E DI FATTO

Gli interessi semplici (detti anche amministrativamente protetti) sono quelli vantati dal cittadino nei confronti della P.A. a che questa, nell’esercizio del suo potere discrezionale, osservi le regole di buona amministrazione, di opportunità e convenienza, mentre gli interessi di fatto sono situazioni giuridiche soggettive non protette, cui l’ordinamento non accorda alcuna tutela.

Gli interessi diffusi sono quelli comuni a tutti gli individui di una formazione sociale non organizzata e non individuabile mentre gli interessi collettivi sono quelli che hanno come portatore un ente esponenziale di un gruppo non occasionale, autonomamente individuabile. L’interesse collettivo è differenziato (in quanto fa capo ad un soggetto individuato e cioè ad un organizzazione di tipo associativo) e qualificato (nel senso che è previsto dal diritto oggettivo).

Gli interessi diffusi sono tutelabili purché siano imputabili a gruppi sociali determinati. Il codice del consumo ha introdotto nel nostro ordinamento l’azione di classe (c.d. class action): si tratta di un’azione collettiva condotta a tutela dei diritti individuali dei consumatori e degli interessi collettivi, da uno o più soggetti che richiedono il risarcimento del danno non solo a loro nome, ma a nome di tutta la classe, ossia per tutti coloro che hanno subito lo stesso illecito.

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